Frequenza di rimbalzo: migliorare le prestazioni di una pagina

Home » SEO (Search Engine Optimization) » Frequenza di rimbalzo: migliorare le prestazioni di una pagina

Frequenza di rimbalzoTutti coloro che gestiscono un sito web conoscono la frequenza di rimbalzo o bounce rate. Con questo termine si indica un parametro che mostra quanti visitatori visitano una sola pagina del sito. In poche parole l’utente arriva sul sito per poi rimbalzare subito via.

La frequenza di rimbalzo è essenziale per posizionare il tuo sito e quando è bassa indica un tasso di coinvolgimento degli utenti molto buono con il visitatore che naviga sul sito e vede più pagine. Un sito con una alta frequenza di rimbalzo indica che il visitatore esce subito e in questo caso è importante indagare per capire se ci sono problemi tecnici, di contenuto o se è una caratteristica del sito.

Non in tutti i casi l’elevata frequenza di rimbalzo è indice di bassa qualità e scarsa user experience. In ogni caso è possibile conoscere questo dato usando un sistema di analisi del sito web come Google Analytics.

Allo stesso modo non si può definire un valore ottimale di bounce rate e gli specialisti SEO consigliano di valutare questo parametro di volta in volta sulla base delle caratteristiche del sito web. In genere portali con una frequenza di rimbalzo bassa possono dirsi soddisfatti, mentre siti con frequenza di rimbalzo dell’80% non sono sempre di bassa qualità. L’importante è sapere che la frequenza di rimbalzo può essere migliorata anche a livello di design, realizzando siti web con un Responsive Web Design.

Cosa causa un’alta frequenza di rimbalzo

Il bounce rate elevato può essere dovuto a cause fisiologiche o patologiche, come errori del sito. In ogni caso la frequenza di rimbalzo influenza anche la Domain Authority e per questo è importante analizzare i motivi di un tasso troppo alto.

Tra le cause patologiche, la principale è data dagli errori 404 e dai cosiddetti broken links che portano l’utente su pagine inesistenti, mentre tra le cause fisiologiche possiamo trovare le seguenti.

  1. L’utente non trova immediatamente l’informazione che stava cercando, ad esempio i dati di contatto. In questo caso una visita prolungata al sito web non è necessaria.
  2. L’utente cerca la risposta rapida a una domanda o esigenza e per questo consulta rapidamente i risultati proposti dal motore di ricerca. Si tratta del tasso di frequenza di rimbalzo elevata che caratterizza portali e siti web tecnici e specialistici.
  3. La tecnologia alla base del sito web fa uso di Ajax e quindi le diverse informazioni sono proposte sulla stessa pagina di atterraggio senza dover navigare nel sito web.
  4. Il sito è composto da un’unica pagina web e per questo lo specialista SEO non avrà la necessità di analizzare il bounce rate. Pensiamo, ad esempio, al caso delle landing page e degli one page website.

Chi ha un bounce rate elevato a causa di questi motivi capirà subito che il parametro non è indice di scarsa qualità del sito web e che si tratta di situazioni difficilmente eliminabili e non negative: l’utente che trova rapidamente l’informazione che stava cercando sarà soddisfatto dei contenuti del sito web e creare un sistema complicato di navigazione per aumentare la permanenza sul sito non porta mai ad una maggiore qualità, anzi peggiora l’efficienza dato che non risponde alle esigenze dell’utente.

Il web master solitamente agisce sul bounce rate migliorando la qualità del sito e dei contenuti e attivando un circolo vizioso che porta alla maggiore soddisfazione degli utenti e alla maggiore permanenza sul sito web. Vediamo alcuni consigli per chi, oltre che sulla SEO off site, vuole lavorare sulla frequenza di rimbalzo.

Come migliorare la frequenza di rimbalzo del sito

Vediamo i consigli degli specialisti di Easyweb Consulting per migliorare la frequenza di rimbalzo sul sito:

  1. ottimizzare il tasso di conversione creando A/B test e proponendo all’utente sempre il contenuto che offre risposte alle sue domande ed esigenze;
  2. ottimizzare il tempo di caricamento della pagina facendo test con tool come Pingdom per capire cosa influenza la velocità di caricamento.
  3. controllare gli errori tecnici come i 404 e i link non funzionanti o che portano a pagine inesistenti.
  4. rendere la navigazione intuitiva in modo che il visitatore possa trovare la risposta al suo problema in pochi click e arrivare facilmente alla conversione desiderata.

In ogni caso i costi della SEO comprendono oltre alla SEO On Page e Off Page anche gli interventi volti ad ottimizzare la frequenza di rimbalzo per offrire sempre all’utente la migliore user experience possibile.

Se ti è piaciuto questo contenuto condividilo sul tuo social preferito

Torna in alto